L’attività fisica regolare a lungo termine allunga la vita, previene il diabete, l’ipertensione, le cadute, i tumori, la depressione e l’ansia, controlla il peso e migliora la salute muscolo-scheletrica.
Gli oculisti si trovano di fronte a domande se l’esercizio fisico sia benefico o rischioso per gli occhi.
Questa breve rassegna descrive le risposte dell’occhio all’esercizio fisico: gli effetti fisiologici dello sforzo acuto e gli effetti cronici dell’attività fisica ripetuta.
Vediamo anche le conseguenze dell’esercizio fisico sulle malattie dell’occhio.
L’esercizio dinamico, come il jogging, comporta un’attività muscolare prevalentemente isotonica e richiede un metabolismo prevalentemente aerobico. Durante uno sforzo dinamico acuto la pressione oculare si abbassa e, dopo la cessazione dell’esercizio, ritorna al valore basale entro un’ora circa.
Questo schema è stato dimostrato in adulti sani, anziani, persone sedentarie, atleti allenati e in soggetti con pressione ocualre elevata o glaucoma.
Una maggiore riduzione della pressione oculare si verifica in persone sedentarie o con un valore a riposo più elevato rispetto agli individui allenati o in forma.
La riduzione della PIO è correlata all’intensità dell’esercizio piuttosto che alla sua durata.
L’esercizio statico, come la presa della mano, comporta un’attività prevalentemente isometrica (senza accorciamento muscolare) e i muscoli attivi di solito richiedono un metabolismo anaerobico. Durante la contrazione muscolare sostenuta, la pressione oculare tipicamente aumenta e al momento del rilassamento scende entro pochi minuti prima di tornare più lentamente al valore di base.
Non ci sono prove certe che l’allenamento o la forma fisica abbiano un effetto duraturo nel tempo sulla pressione oculare a riposo. Dopo la cessazione dell’allenamento, la pressione oculare a riposo è tornata ai livelli precedenti l’allenamento in sole 3 settimane.
Alcune attività sportive o ricreative possono aumentare la pressione oculare durante l’attività. La pressione è aumentata durante il sollevamento pesi, a causa dell’aumento della pressione venosa, in parte causata dalla manovra di Valsalva (aumento della contrazione del torace senza emettere aria).
Altre attività che aumentano la pressione venosa sono state segnalate per aumentare la pressione dell’occhio, come suonare strumenti a fiato o a ottone o fare yoga con la testa più bassa dei piedi per molti minuti di frequente.
Queste attività non sarebbero raccomandate nei pazienti affetti da glaucoma, poiché sono state talvolta associate a danni glaucomatosi.
Il flusso sanguigno dell’occhio e del nervo ottico è regolato in modo da rimanere costante durante l’esercizio. Ad alti livelli di sforzo, il flusso può aumentare temporaneamente del 40-60% per poi adeguarsi.
Come noto il glaucoma è un danno progressivo del nervo ottico di origine per lo più costituzionale. Si manifesta per lo più dopo i 50 anni circa e porta lentamente ad una perdita visiva anche molto grave.
Nel 75-80% dei casi la pressione ocualre è più alta della norma. Il trattamento consiste in colliri specifici e chirurgia se non hanno effetto adeguato.
Vi è evidenza, senza certezza, che l’attività fisica riduca la pressione oculare a lungo termine, ma non sono stati pubblicati studi che abbiano esaminato se un programma di esercizio fisico possa modificare gli esiti dell’ipertensione oculare o del glaucoma.
La occlusione o restringimento dell’interno di una vena della retina è una malattia non rara nell’anziano per fonomeni di sclerosi vascolare e nelle persone con patologie che alterano la composizione del sangue .
L’attività fisica può ridurre leggermente il rischio di trombosi retiniche
La trombosi della vena retinica centrale associata a un esercizio fisico intenso, come la maratona, è stata riportata in quattro casi.
I parametri di viscosità del sangue sono aumentati con l’esercizio molto intenso, suggerendo che possono essere coinvolte caratteristiche individuali di predisposizione.
I dati certi sono minimi, ma un’attività fisica regolare può essere raccomandata a tutti i pazienti che non avvertono sintomi visivi durante l’esercizio, in quanto può ridurre della metà il rischio di occlusione della vena retinica.
La degenerazione maculare è la perdita di struttura e funzione della parte centrale, insostiuibile, della retina ( macula). Ne deriva un danno visivo grave. Eè ormai una patologia soprattutto dell’anziano, in grande diffusione.
Lo studio prospettico Beaver Dam EyeStudy (uno dei riferimenti) ha riscontrato che l’attività fisica svolta tre o più volte alla settimana, o camminare per diversi isolati ogni giorno, riduce l’incidenza complessiva della malattia di tipo essudativo-umido nell’arco di 15 anni (attivi vs sedentari). Diamoci da fare !
L’esercizio fisico stimola il trasporto del glucosio e l’attività fisica regolare migliora la sensibilità all’insulina e i livelli di glucosio nel sangue, per cui l’attività fisica è una parte importante della gestione del diabete mellito di tipo 2 (non insulino-trattato).
È ormai assodato che il controllo glicemico e il controllo della pressione arteriosa sono fattori determinanti per la progressione della retinopatia diabetica, ma l’effetto diretto dell’attività sulla retinopatia diabetica è più difficile da misurare. Alcuni studi trasversali hanno indicato un’associazione negativa tra l’attività e la presenza di retinopatia, ma questo non è supportato da dati longitudinali.
Ciò implica che l’associazione potrebbe essere dovuta a un bias di autoselezione: le persone con diabete e complicanze più gravi sono meno disposte o in grado di essere attive.
Nella retinopatia diabetica non ci sono prove dirette che l’esercizio fisico abbia effetti benefici o dannosi sul flusso sanguigno oculare a medio o lungo termine.
È difficile quantificare accuratamente l’attività fisica su un lungo periodo e non ci sono grandi studi su questi parametri.
La maggior parte dei principali studi epidemiologici che indagano i fattori di rischio per le malattie oculari non hanno riportato l’attività fisica. Esiste una scarsità di dati sugli effetti dell’attività fisica nelle malattie oculari.
Una perdita visiva transitoria durante lo sforzo fisico, di solito in un occhio è poco comune ma consiglia un esame oftalmico ed eventualmente neurologico perché potrebbe essere sintomo di
piccolo embolo dalla carotide
vasospasmo per un fenomeno tipo emicrania . il caso più frequente
alterazioni del sangue
neurite ottica o di sclerosi multipla ( sintomo di Uhthoff). Nei giovani.
Ma non bisogna subito allarmarsi al massimo !
Anche l’emicrania e una riduzione visiva di pochi minuti della vista (di tipo vasospastico) possono presentarsi con questo sintomo