La macula costituisce il mezzo millimetro quadrato centrale della retina. Ricopre una grande importanza: infatti, consente la visione dei dettagli di ciò che si ha di fronte (visione centrale). Particolarmente delicata, la macula va spesso incontro a problemi, molti dei quali sono collegati con l’invecchiamento. Quando parliamo di foro maculare, intendiamo una lesione di cui è vittima questa porzione della retina. È la formazione di un “buco”, che interessa l’intero spessore del tessuto retinico centrale. Viene così a formarsi una sorta di “finestra”, sia di retina , creando una zona di non-visione.
Sono diverse le cause che portano alla formazione del foro maculare: la più frequente è l’alterazione innescata dal corpo vitreo, sostanza trasparente dalla consistenza simile a un gel, che riempie l’interno dell’occhio ed è a contatto stretto con la superficie della retina. Nel corso degli anni, il vitreo si disgrega e si contrae, staccandosi dalla retina. Si tratta di un fenomeno fisiologico e di per sé innocuo per la vista, benché fastidioso, perché causa spesso la visione di filamenti e “mosche mobili”. La disgregazione del vitreo lo fa staccare dalla retina. In alcuni casi, nel distacco viene asportato un piccolo frammento centrale, che crea un danno e nel corso di mesi o anni si innesca la formazione di una membrana trasparente (pucker), che si retrae e provoca un raggrinzimento della retina centrale. Come avere un foglio di cellophane sulla retina. Così, si verifica una deformazione progressiva delle immagini. Chiariamo che non è un tumore, ma un fenomeno degenerativo.
Perciò, l’alterazione del corpo vitreo collegata all’età avanzata è dunque la causa più frequente del foro maculare. Tuttavia, altre volte, specialmente prima dei 65 anni, questo problema può essere provocato anche da violenti traumi, o anche altri fattori come alcune forme di maculopatie, infiammazioni dell’occhio e anche il diabete, soprattutto se in uno stadio avanzato. Altre volte, il foro maculare può manifestarsi dopo un intervento di chirurgia oftalmica.
Non è ovvio accorgersi di un foro o di un problema alla macula. Se il danno è in fase iniziale, spesso si ha solo la percezione che un occhio non vede bene come l’altro. In questi casi, si può pensare che il problema sia dovuto a occhiali da rifare. A mano a mano che il danno progredisce, la visione peggiora. «Come per tutti i problemi alla macula, si percepisce che c’è qualcosa che non va, senza però riuscire a capire bene di che cosa si tratti» sottolinea il dottor Scialdone. Perciò, è importante un controllo specialistico. “in molti casi basterebbe fare un confronto fra i due, che, curiosamente, molti non fanno”
Come agire allora? Molto utile da questo punto di vista è il test Casalingo di Amsler. Esso consiste nel guardare come ipnotizzati con un solo occhio per volta il puntino nero al centro di una griglia come un quaderno a quadretti. Se c’è un danno alla macula, dopo 40 secondi la griglia appare deformata o con un buco. Vi sono tantissimi esempi di questo test reperibili online. Ovviamente se il problema persiste è utile una visita oculista e sottoporsi ad OCT.
Alla fine però, la soluzione migliore è l’intervento chirurgico. Essa è l’unica cura per il foro maculare. Se presente, si ricorre a un intervento di vitrectomia e peeling: l’operazione, spesso svolta in anestesia locale, consiste nella rimozione del corpo vitreo e nella “ripulitura” della retina dal pucker. L’intervento dura circa tre quarti d’ora ed è piuttosto delicato, perché serve prudenza nella rimozione del pucker. Al temine è inserito un gas temporaneo, che ha la funzione di aiutare i bordi del foro maculare a aderire, riavvicinarsi e chiudersi. L’intervento, che è in genere in day hospital o a cui segue una notte di degenza, può essere effettuato anche insieme a quello per la cataratta.
La comparsa di un foro maculare completo richiede molti mesi. Operarsi prima che si sviluppi pienamente aumenta molto le probabilità di un miglior recupero visivo.
Un lungo percorso: Subito dopo l’intervento la visione è confusa, ma migliora a poco a poco. Sotto l’aspetto visivo, per la completa guarigione occorrono dai 10 ai 12 mesi. Sono invece necessari da 10 a 15 giorni per tornare al lavoro, evitando però di svolgere attività fisica intensa.
Siccome non può essere prevenuto, è importante che il foro maculare sia diagnosticato in fase precoce. «Perciò, dopo i 60 anni ci si dovrebbe sottoporre con frequenza, soprattutto in presenza di qualche anomalia, a una visita oculistica e a un OCT per osservare le condizioni della retina» suggerisce il dottor Scialdone.