Perdita di nitidezza e macchie di non-visione causate dalla degenerazione senile della parte centrale della retina
La maculopatia, o degenerazione maculare legata all’età (DMLE), è la prima causa di cecità e ipovisione tra i paesi occidentali. Una malattia strettamente collegata all’età, che quindi è destinata ad aumentare in tutto il mondo. Solo in Italia sono circa 1 milione le persone affette da maculopatia, circa il 10% nella fascia d’età compresa tra 65 e 75 anni, percentuale che il raggiunge il 40-50% di persone nella categoria over 80.
Cos’è la maculopatia?
“Il termine maculopatia indica genericamente una malattia della macula, porzione centrale della retina, il tessuto interno visivo dell’occhio, come un parato che riveste una parete. DI tutta la superficie retinica, la macula ha la maggiore capacità visiva. Si tratta infatti di una parte molto piccola, solo circa 0,5 mmdi diametro, che però sono fondamentali per la vista di dettaglio, sia da lontano che da vicino.
Esistono molti tipi di malattia della macula, ma oggi il termine maculopatia si associa comunemente alla degenerazione maculare legata all’età (DMLE). Compromette le capacità visive necessarie alla vita quotidiana, come leggere, scrivere, guardare la tv, guidare e muoversi autonomamente, fino alla perdita irreversibile della vista centrale”
Atrofica e neovascolare, separate o insieme
Sono due le forme di degenerazione maculare: quella atrofica, chiamata anche “secca”, e quella neovascolare, “umida”.
Si tratta di manifestazioni dello stesso processo patologico, che spesso coesistono. “La forma più comune, diffusa nel 80% dei casi, è quella secca. Consiste nella perdita di funzionamento dell’epitelio pigmentato (EPR), lo strato nutritivo essenziale per la vita delle cellule visive, che con il tempo si riducono di numero ed è soggetto a declino e atrofia.
Il 20% dei casi sviluppa anche la forma umida o neovascolare, cioè lo sviluppo di capillari anormali neoformati, che crescono sotto la retina, perdono fluido e producono emorragia e cicatrizzazione, con distruzione della retina centrale”.
Una progressione lenta, ma non sempre
Fortunatamente la forma atrofica della malattia non progredisce in modo rapido e la fase iniziale è molto lenta negli anni. “Inizialmente si avverte una perdita di nitidezza, soprattutto nella visione da vicino determinata dal diradamento e poi scomparsa delle cellule visive. Questo si traduce in una visione sempre più indistinta con alcune macchie che impediscono la lettura di parole e poi righe intere, come se in un prato iniziassero a mancare ciuffi d’erba qua e là, e poi intere aree di prato. Nello stadio finale si sviluppa una macchia di non-visione centrale. Gli occhiali, soprattutto da vicino, sono spesso utili nelle fasi iniziali.
La forma neovascolare, invece, si manifesta inizialmente con lievi distorsioni delle linee e delle immagini, come delle gobbe, date appunto dalla crescita dei capillari sotto la retina. Immaginiamo di percepire una torsione della riga dello stipite della porta, o di un rigo del giornale da vicino.
La retina al di fuori della macula continua a funzionare e non viene coinvolta nel processo degenerativo, per questo i pazienti negli stati più avanzati si rendono conto che guardando lievemente di sbieco vedono meglio le cose. La retina circostante, però, ci orienta nello spazio, ma non ha una capacità visiva di dettaglio e non è in grado di captare i particolari: la sensazione frustrante che si avverte è quella di percepire l’ambiente, ma non riuscire a vederlo nel dettaglio”.
La forma umida è più rapida. Nella fase di sviluppo, stata calcolata una velocità media di progressione di 5-7 micron ogni pochi giorni, vale a dire che in due-tre mesi la malattia è pienamente sviluppata su buona parte della macula.
Poiché in questa forma c’è una cura, ecco l’importanza dell’auto-test e di una terapia tempestiva!
Cause e prevenzione
Predisposizione genetica, stile di vita, presenza di altre malattie: sono questi i fattori che predispongono alla degenerazione maculare. “Sono stati individuati vari geni che, in associazione, contribuiscono a rischio di comparsa della malattia. Anche lo stress ossidativo e le infiammazioni contribuiscono allo sviluppo del malfunzionamento retinico, mentre non è noto con certezza il ruolo specifico degli inquinanti ambientali e alimentari. La dieta e lo stile di vita influiscono, ma non sono la causa prima”.
Il test di Amsler, semplice, rapido e determinante
A oggi non è disponibile un trattamento preventivo, ma possiamo avere un ruolo attivo nel monitoraggio precoce della malattia. “Controllare da soli a casa la qualità della vista è fondamentale. Il test di Amsler è uno strumento facile, che permette di individuare precocemente anomalie nella macula:
Soprattutto nelle fasi di rischio pre-maculopatia, questo gesto consente di rilevare tempestivamente il sospetto della presenza di capillari anomali. In tal caso è necessario contattare prontamente l’oculista”.
Farmaci per tutti?
“Purtroppo a oggi non esistono cure efficaci per la forma secca. Recentemente è stato proposto un trattamento chiamato fotobiomodulazione, che consiste nell’irradiazione con una fonte luminosa LED a bassa potenza. Questa pratica stimolerebbe il metabolismo delle cellule della retina e dell’epitelio pigmentato, con un effetto benefico di rivitalizzazione.
A oggi però non è ancora confermato l’effettivo miglioramento del tessuto cellulare.
Per la degenerazione maculare umida, invece, i le iniezioni periodiche di farmaci specifici direttamente all’interno dell’occhio, con un ago sottilissimo, si sono dimostrate efficacissime nella maggior parte dei casi a tenere sotto controllo l’evoluzione della malattia. Prima si comincia e meglio è! Ma il farmaco migliore? Ad oggi non c’è un migliore in assoluto fra i quattro disponibili, l’importante è iniziare per tempo.