La Cannabis è una delle Sostanze più Utilizzate al Mondo
dati dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (2019) mostra che circa il 15% dei giovani europei, di età compresa tra i 15 e i 34 anni, ha fumato cannabis nel 2018 con punte del 35% nella popolazione adulta di alcuni Paesi europei. Il fumo di cannabis viene sempre più percepito come attività sostanzialmente innocua e positiva.
La sua recente legalizzazione per uso medico e ricreativo in diversi paesi, e l’introduzione di un’industria legale della cannabis possono aumentare il consumo.
L’uso regolare di cannabis è stato associato a episodi di disturbi psichici
schizofrenia, alterata memoria, attenzione e coordinazione psicomotoria, alterazioni visive. Gli effetti che sono stati attribuiti alla presenza di recettori di cannabinoidi nel sistema nervoso centrale. E’ stato rilevato rischio di assunzione di sostanze tossiche.
Esistono anche recettori cannabinoidi all’interno del sistema visivo.
Le possibili ricadute anche sulle capacità visive sono rilevanti.
Un recente studio (www.nature.com/scientificreports Ortiz-Peregrina S, Sci Rep. 2021 Jan 18;11(1):1655) su trenta consumatori sembra indicare che fumare una sigaretta di cannabis produce un significativo deterioramento di alcuni aspetti della funzione visiva.
Lo studio ha rilevato che il fumo la cannabis ha effetti avversi significativi su tutti i parametri visivi analizzati.
Circa i due terzi del campione pensavano che fumare cannabis comprometteva la loro visione.
L’uso di marijuana ha prodotto significative riduzioni dose-correlate dell’acuità visiva dinamica, cioè in corso di attività visive di movimento.
Anche in altri studi una dose di 20 mg di THC come antidolorifico ha prodotto visione offuscata nei malati di cancro.
E’ stato dimostrato anche che c’è ridotta sensibilità oculare e riduzione della pressione intraoculare (IOP), arrossamento congiuntivale e variazioni della produzione lacrime. Nonostante l’effetto di riduzione della pressione oculare sia noto da decenni, non ci sono ancora dati definitivi sull’uso della cannabis nel campo del trattamento del glaucoma.
Per gli utenti cronici che avevano usato il farmaco per 10 o più anni, alcuni ricercatori hanno trovato un deficit della vista non correggibile con occhiali.
La mancanza di omogeneità nei metodi utilizzati negli studi su questo argomento potrebbe giustificare le differenze tra i diversi studi nel tempo, poiché sia il dosaggio e il tempo trascorso fino alla misurazione dopo la somministrazione, così come il test utilizzato, possono essere influenti sui risultati.
La normale misurazione della visiva per lontano è il test più utilizzato, ma anche la percezione del contrasto delle immagini è importanti per alcune attività quotidiane, ad esempio la guida o la lettura, e vari risultati hanno dimostrato che il contrasto è significativamente peggiore dopo cannabis, particolarmente a luci basse, inclusa la guida notturna.
L’intossicazione da cannabis sembra anche compromettere l’elaborazione visiva, e un calo della percezione della profondità.
In particolare appare alterata la cosiddetta illusione di inversione della profondità binoculare, cioè la inversione della forma tridimensionale degli oggetti. Come se una scatola vuota fosse percepita da dietro, invece che davanti e fosse “sporgente”.
Una delle conseguenze più importanti è sulla la guida, e su certi lavori pericolosi in cui la funzione visiva gioca un ruolo importante. Pensiamo a una affettatrice o una sega elettrica.
La cannabis è una delle droghe più diffuse coinvolte nelle vittime del traffico stradale e la sua influenza negativa sulle capacità di guida sono già state segnalate.
La guida dipende fortemente dalla vista e i cambiamenti osservati in questo studio indicano un aumento significativo del rischio.
Una persona che ha fumato cannabis è più sensibile all’abbagliamento, che si manifesta come una maggiore estensione dell’alone intorno alle luci. Si compromette la loro capacità di discriminare gli stimoli intorno alle sorgenti luminose. I dati possono essere influenzati da dosaggio e tipo della sostanza, tempo trascorso ed altre variabili.
Oltre alla stereopsi, un’altra funzione visiva determinante per le attività che comportano il lavoro continuo a diverse distanze di visualizzazione è la capacità e velocità di messa a fuoco per vicino (accomodazione).
Anche se gli studi rivelano che l’uso di cannabis ha un effetto significativo sulla funzione visiva dei consumatori, ancora ci sono margini di variabilità dell’interpretazione di tali risultati, dovuti a metodi di studio diversi, numero di soggetti testati, necessità di definire altri parametri come ad esempio la concentrazione nel sangue del cannabinolo.
Ad oggi non si può ancora stabilire una relazione tra la dose o il tipo di cannabis utilizzata e il suo effetto visivo.
Sembra chiaro, però, che se si decide di fumare cannabis
è meglio prevedere di non guidare, lavorare o attività impegnative.